Umidificatori contro l’asma e le allergie

Arrivo dell’inverno e delle giornate brutte ci costringe a stare spesso in casa e negli spazi chiusi. Riscaldamento lo troviamo ovunque. Nelle poste, supermarket, uffici pubblici ma anche nelle case private.

Tutti si riscaldano visto le giornate fredde e brutte che inverno ci riserva. Riscaldamento autonomo, arie condizionate, caloriferi, stufe e caminetti riscaldano le nostre giornate ma nello stesso tempo rendono l’aria che respiriamo cattiva, asciutta e priva di umidità necessaria. Proprio per questo esistono umidificatori che tutti quanti noi possiamo comprare per le nostre case.

Uso corretto dell’umidificatore previene le malattie

Molte persone che in generale soffrono di varie allergie, problemi respiratori, tosse e asma sanno bene quanto fa male l’aria secca e troppo calda prodotta dal riscaldamento usato durante l’inverno.

Le persone soffrono quotidianamente senza sapere che esiste una soluzione molto semplice,ma anche conveniente. Parlando in euro, possiamo dire che umidificatori non sono apparecchi troppo costosi e per pochi euro potete risolvere il problema dell’umidità necessaria per il benessere quotidiano.

Aria troppo secca è l’ambiente ideale per la proliferazione dei germi, batteri e vari fattori allergeni. Per non parlare del fatto che d’inverno l’aria dentro la casa viene poco “cambiata”, nel senso, non siamo abituati ad arieggiare troppo le camere come per esempio d’estate ( proprio per il fatto del freddo che si sente all’esterno ). Ma l’aria così provoca problemi di salute e problemi respiratori. Non sono cose da scherzare.

Scegliete l’umidificatore più adatto alle vostre esigenze

Umidificatori esistono di varie dimensioni, varie forme e vari modelli. Due principali categorie sono quelle che li suddividono in umidificatore a caldo, aria fredda o ultrasuoni. Anche se tutte quante funzionano con il principio di rilascio graduale del vapore ( umidità ) nell’aria della camera e della casa, ci sono poche differenze tra di loro.

Certi umidificatori hanno il carbone attivo incorporato che serve per pulire in continuazione l’acqua e l’aria. La cosa più importante è la pulizia quotidiana dell’umidificatore e dell’acqua. Cambiate spesso l’acqua e non usate sempre la stessa perché tende ad infettare l’aria della camera e provocarci le allergie mai avute prima.

I sintomi sono scambiali con una semplice influenza ( febbre e difficoltà respiratorie ), anche se derivano da un batterio dell’umidificatore. Umidificatori sono gli apparecchi che vi devono aiutare a mantenere un tasso dell’umidità perfetto per la nostra salute. State comunque sempre attenti alle temperature delle camere durante l’inverno.

Il soggiorno deve essere tra i 18 e i 20 gradi centigradi, la camera dove si dorme tra i 15 e i 18 e il bagno invece tra i 20 e i 22 gradi. Non superate mai queste temperature consigliate per tutelare la vostra salute e quella dei vostri bambini.

L’evoluzione della macchina da cucire

Dopo la sua invenzione nel 1842, l’uso della macchina da cucire è cresciuto a dismisura e si è adattato alle evoluzioni e innovazioni tecnologiche.

Oggigiorno, questi dispositivi sono estremamente comuni e vi permettono di lavorare con qualsiasi tipo di tessuto: cuoio, stoffa, jeans ecc. Inoltre, mentre una volta le macchine da cucire erano di grandi dimensioni ed accessibili a pochi, i moderni modelli domestici hanno dimensioni contenute e possono essere utilizzate in qualsiasi abitazione.

I diversi modelli

Innanzitutto, bisogna distinguere tra macchine meccaniche ed elettriche. Le prime sono più classiche, essenziali e semplici, che devono essere regolate tramite una manopolina. Al contrario, le seconde sono più moderne, veloci, e sono dotate di un gran numero di programmi preimpostati che faciliteranno il vostro compito.

Un’altra distinzione da fare è tra le macchine industriali e quelle per uso domestico. Le prime sono di dimensioni e costi superiori: sono, però, estremamente robuste ed in grado di cucire qualsiasi materiale: dai tendaggi, al cuoio, arrivando perfino alle calzature.

La grandezza e il prezzo di questi apparecchi li rende indicati per aziende e imprese piuttosto che per privati. Le seconde, invece, sono più piccole ed economiche, possono essere facilmente spostate e devono essere appoggiate su un piano per lavorare.

Tuttavia, le dimensioni ridotte non sono sinonimo di minor efficienza: infatti, molti modelli domestici (quasi tutti elettronici oggigiorno) sono dotati di quasi tutte le stesse funzioni degli apparecchi industriali e professionali, e vi permettono, perciò, di effettuare diversi tipi di punti e di liberare, in questo modo, la vostra creatività.

Accessori utili

La qualità di una macchina cucire è da giudicare in base agli accessori presenti. Un modello che si rispetti dovrebbe essere dotato di occhiellatore automatico o semi-automatico, e dovrebbe permettervi di cambiare la dimensione del punto a piacimento, nonché di poter regolare il punto dritto e di cucire a zigzag.

Da non sottovalutare l’importanza dei piedini: da quelli a rulli ottimi per far scorrere anche i tessuti più pesanti e ingombranti, a quelli per asole che sono generalmente utilizzati per cucire gli occhielli. Altri tipi di piedini sono specifici per effettuare cuciture circolari o invisibili (orli ecc.) e sono disponibili in diametri variabili.

Molto utili sono anche le guide, soprattutto quelle per orli coperti che si possono abbinare ai piedini per ottenere un risultato più accurato e preciso. Ne esistono anche altri modelli che vi permetteranno di effettuare cuciture circolari o di arricciare gli elastici

Infine, i modelli più avanzati e tecnologici possono essere collegati ad un computer tramite WiFi. In questo modo, con un software 3D potrete creare e personalizzare i vostri capi e i vostri modelli che verranno poi cuciti automaticamente dalla macchina che riceverà le informazioni direttamente dal vostro computer.

Risparmiare con le batterie ricaricabili

A chiunque sarà capitato di ritrovarsi con un dispositivo con le batterie scariche proprio quando più vi serve. La soluzione più immediata e semplice è di rimpiazzare le pile scariche con quelle di un altro dispositivo compatibile che avete in casa o a portata di mano.

Il risultato, tuttavia, è un accumulo di batterie scariche o semi-scariche e una gran confusione tra vari dispositivi e pile. Se vi passa di mente di uscire ad acquistare delle batterie nuove, resterete con uno dei dispositivi o vuoto o scarico e, perciò, inutilizzabile. Tutto questo, può facilmente essere evitato grazie alle batterie ricaricabili.

Convengono davvero?

Le batterie ricaricabili hanno, chiaramente, un costo più elevato rispetto alle pile normali, e devono essere accompagnate da un caricatore. Sommando il costo di queste particolari pile a quello del caricatore, conviene davvero procedere all’acquisto?

Premesso che chiaramente dipende dall’uso che si fa delle batterie e dal numero di pile che si consuma in generale, ci sono vari motivi per cui le batterie ricaricabili rappresentano un investimento migliore rispetto alle normali pile. Innanzitutto, la durata.

Anche tra pile ricaricabili ci sono differenze per quanto riguarda i cicli di ricarica che possono sopportare e la durata di una carica completa. Per di più, acquistare un caricatore che non si adatti a varie forme e grandezze di pile è uno spreco di soldi. Perciò, si può concludere che le migliori batterie ricaricabili possono essere ricaricate per un numero di volte relativamente alto e, allo stesso modo, i migliori caricatori devono permettervi di caricare diversi modelli di pile (almeno i tipi più comuni presenti sul mercato e in tutte le case).

Se pile e caricatori rispettano queste caratteristiche, allora l’investimento è azzeccato. Vi permette, infatti, di risparmiare i soldi necessari ad acquistare continuamente batterie nuove, e vi risparmia la fatica e la confusione di scambiare batterie cariche e scariche tra diversi dispositivi.

Varie tipologie

Sul mercato, troverete una vastissima quantità di batterie ricaricabili, dalle più comuni AA, ai modelli mini e stilo. Potete scegliere di cambiare tutte le batterie in una volta sola e sostituirle con i modelli ricaricabili o potete procedere alla sostituzione un po’ alla volta, mano a mano che le pile già in vostro possesso inizieranno a scaricarsi.

Se in un telecomando o in un qualsiasi dispositivo avete due pile ed una si scarica mentre l’altra è ancora funzionante, potete tranquillamente sostituire la batteria scarica con una ricaricabile e lasciare l’altra (ancora in funzione) lì dov’era. Infatti, non esistono problemi di incompatibilità tra modelli ricaricabili e non.

L’unica differenza è la durata. Ma ciò non significa che se volete passare alla tipologia ricaricabile dovete immediatamente liberarvi di tutte le pile normali che avete acquistato negli anni. Potete sostituirle man mano che si scaricano senza alcuna fretta.

Olimpiadi Rio: quello che dovreste sapere sul team dei rifugiati

La mole di rifugiati causati dai conflitti mondiali ed in particolare dalla guerra in Siria, ormai al quinto anno di combattimenti, ha raggiunto una grandezza tale da renderla il più grande esodo umano dalla seconda guerra mondiale.

Il problema dei rifugiati sta toccando e interessando molti più paesi oltre a quelli direttamente coinvolti e distrutti dai conflitti: i paesi europei sono il primo porto d’approdo per chi fugge da Africa e Medio Oriente, gli Stati Uniti sono impegnati nel dibattito “open or closed borders” (confini aperti o chiusi) che coinvolge migranti Europei, Africani, Mediorientali, Messicani e Sudamericani; perfino la lontana Australia è stata costretta a coprire un ruolo in questo dibattito trovandosi a dover rispondere alle accuse di aver segregato centinaia di rifugiati in campi di detenzione isolati.

Insomma, questo problema ha avuto e continua ad avere una risonanza ed un impatto globali, tanto che il Comitato Olimpico Internazionale ha deciso, per la prima volta, di costituire e far partecipare un team di rifugiati alle competizioni di Rio 2016.

Chi fa parte del team?

Tutti i componenti del team dei rifugiati vengono da parti del mondo diverse e hanno una storia unica e triste alle loro spalle. Lo status dei dieci atleti che fanno parte della squadra è stato verificato dalle Nazioni Unite: tra le fila del team rifugiati si contano due nuotatori siriani, due judoka congolesi, cinque corridori del Sud Sudan e un maratoneta dell’Etiopia.

La strada che li ha portati a Rio è tortuosa e complicata, come quella della nuotatrice Yusra Mardini, la ragazza diciottenne in fuga dalla Siria distrutta dalla guerra assieme alla sorella è stata in grado di trascinare in salvo diciassette persone nuotando nel gelido mar Egeo in piena notte, dopo che il barcone su cui stavano compiendo la traversata verso le coste greche si è improvvisamente spento.

Una bandiera per unirli

Venendo da paesi diversi, i dieci atleti inevitabilmente parlano lingue differenti, hanno tradizioni e culture distinte e sarebbe stato impossibile far suonare l’inno nazionale e sventolare le bandiere di ogni paese durante la cerimonia iniziale.

La sera dell’inaugurazione, i rifugiati hanno sfilato sventolando la bandiera olimpica, ma ora hanno trovato di comune accordo un simbolo che li rappresenti e che racconti la loro storia. Hanno scelto una bandiera a sfondo arancione, tagliata da un’unica striscia nera, per ricordare il colore dei giubbotti salvagente che hanno dovuto indossare durante le loro traversate verso una vita migliore.

Un simbolo semplice che racconta la loro storia, e quella di altri milioni di persone che lasciano il loro paese di origine per sfuggire agli orrori della guerra: madri, padri, dottori, insegnanti, vecchi e bambini, quando indossano quel giubbotto sono indistinguibili uno dall’altro, sono tutti parte di una lotta comune e disperata su cui il team di rifugiati sta cercando di far brillare una luce nuova.

Cina: innovazione nei trasporti con l’autobus che passa sopra le auto

I problemi di congestione del traffico e di inquinamento non sono una novità, soprattutto quando si parla di città grandi e molto popolose come New York, Los Angeles, Sidney o Londra. Ma si sa, il grado di inquinamento raggiunto dalle città cinesi è di un altro livello.

I valori di smog nelle principali città cinesi sono tali da costringere la popolazione ad indossare mascherine protettive per evitare di inalare fumi tossici, e a questo problema si aggiunge la difficoltà di smaltire l’enorme mole di traffico che si accumula nelle strade.

Una soluzione innovativa, ma forse non estremamente efficace (e poi vedremo perché), è stata proposta alla rassegna tecnologica China Beijing International High-Tech Expo: il TEB, o Transit Elevated Bus.

Il Transit Elevated Bus

Il TEB è un autobus rialzato, più alto delle automobili, in grado di utilizzare lo spazio aereo per trasportare oltre 300 passeggeri alla volta e di passare sopra i veicoli che transitano regolarmente sulle strade. Questo autobus è alto 4,8 metri, lungo 22 e largo 7,8; ha una capacità pari a quella di 40 bus normali, sfrutta l’energia elettrica e si muove su dei binari.

Inoltre, la compagnia che l’ha progettato ha assicurato che i costi di produzione sono cinque volte inferiori a quelli necessari per costruire una rete metropolitana. Apparentemente il TEB sembrerebbe la soluzione ideale. Era già stata considerata l’idea di sfruttare lo spazio aereo per snellire il traffico sulle strade; infatti, proprio sulla base di questo principio era già stata creata una linea metropolitana aerea a Manhattan: la Roosevelt Island Tramway. Tuttavia, un autobus di questo tipo presenta delle complicazioni.

I problemi del TEB

Nonostante il design accattivante e l’innovativo tentativo di risolvere i problemi del traffico e dell’inquinamento in Cina, il Transit Elevated Bus ha lasciato molte persone perplesse.

Il principale problema legato alla struttura del TEB riguarda la sicurezza delle strade. Infatti, i veicoli sovrastati dall’autobus hanno poca, se non nulla, visibilità e gli spazi di manovra e i tempi di reazione degli automobilisti ne risentono.

Questo significa che le infrastrutture dovranno essere adattate e adeguate alle nuove necessità create dal Transit Elevated Bus. Cosa che avrà un costo non indifferente, nonché degli inevitabili limiti tecnici legati alla struttura stessa dell’autobus. Insomma, il TEB è una proposta innovativa e interessante, ma molti pensano che sia più una trovata propagandistica mirata ad incrementare il turismo e aumentare l’attenzione sulle potenzialità del mercato tech cinese.

Quale sarà il futuro del Transit Elevated Bus? Per ora non ci sono risposte certe, il primo prototipo ha effettuato il giro di prova e verrà presto testato sulle strade di Qinhuangdao, dopodiché in programma c’è la costruzione e l’inserimento nelle strade di altri quattro veicoli. Il tempo saprà darci delle risposte.